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  • Immagine del redattoreAmai Quartet

Brahms e il tempio infestato: cronaca di un pomeriggio di prove


Brahms op.51 n.2 – 4. Movimento

Appena tre giorni dopo la nostra (incredibile) vittoria a Rovereto, dovevamo già essere a Mestre per il primo concerto premio: Brahms e Prokofiev… “oook, vai con le prove!”

Per gentile concessione della Filarmonica di Rovereto, ricevemmo le chiavi della sede degli uffici, nel cuore della città, dove potemmo lavorare indisturbate in una magnifica e spaziosa mansarda con vista sui tetti e sulle montagne circostanti. Eravamo sinceramente felici di goderci una sessione di studio in santa pace dopo tutto lo stress delle settimane precedenti! Cominciammo dal Finale di Brahms, Allegro non assai, uno dei movimenti che temevamo di più. Tutti i dubbi, gli sbagli e le incertezze riscontrate al concorso affiorarono non appena riaffrontammo il nostro Brahmsone. Certo, avevamo sempre saputo che questo quartetto rappresenta una vera sfida, non soltanto per un gruppo appena nato come il nostro, ma anche per professionisti affermati!


Orrendamente consapevoli degli errorini scappati durante il concorso, ci ritrovammo presto bloccate, mentre svariate domande aleggiavano intorno a noi come una fastidiosa nebbia: “Come altro dovremmo studiare questo passaggio?”, “Forse più lentamente?”, “Riprendiamo il metronomo?” “Chi corre?”, “Chi rallenta?” “Dov’è la partitura??”

Tali interrogativi sarebbero stati assolutamente legittimi in circostanze di prove normali, tuttavia, arrivate a quel punto del cammino, subito dopo aver vinto un concorso e con un concerto che incombeva dietro l’angolo, simili questioni non sembravano affatto opportune. Avevamo bisogno di nuove, fresche idee, di un’immagine chiara a cui pensare per permettere alla musica di scorrere fluida.

La vera, sostanziale domanda si palesò infine: “Cosa vogliamo vedere?”


Primo ostacolo: primo tema, primo violino vs viola. “Che atteggiamento?”, “Che carattere?”


A poco a poco una simpatica trama ed esilaranti personaggi emersero dalla musica… Ma dove stavano andando? E cosa sarebbe successo loro?


Una stilosa Lara Croft e un paffutello Indiana Jones corrono attraverso rovine infestate (non riuscivamo a smettere di ridere abbozzando il percorso dei nostri romantici e inaspettati avventurieri!).


L’ultimo movimento del secondo quartetto di Brahms è dinamico e ricco di contrasti, costantemente instabile, diviso tra la calda dolcezza del secondo tema e una certa disperazione isterica generale: così diventarono anche i protagonisti della nostra storia.

All’inizio un’agile esploratrice entra in un antico tempio, sfoggiando le sue mosse sulle scattanti note del tema del primo volino. Gli ostacoli sul percorso sono ancora sporadici e ripetitivi, decisamente meno spaventosi di quelli che la aspettano nel corridoio successivo. Il nostro inesperto Indiana, la viola, si trova in una situazione simile, ma, purtroppo, le trappole (l’accompagnamento) sono quasi più veloci di lui. I due avventurieri si scontrano in fondo al corridoio e, in una sequenza di aggressivi sforzati e rapidi, forti accordi a corde doppie, iniziano a saltare da un macigno all’altro, tra le urla isteriche del pasciuto ometto. Scivolati giù per un tunnel, l’atmosfera di mistero si trasforma in un’occasione romantica, in cui torna la calma su una dolce melodia in legato.

Ma non per molto! Ecco che l’esitazione tra le note e il silenzio che le separa rivelano l’instabilità di questa relazione. L’atmosfera suggestiva lascia il posto a terribili ondate di calore che vanno e vengono, alternandosi a un giocoso acchiapparello e a una danza oscillante, rappresentati dalla sequenza sincopata.

Il primo violino chiude l’episodio in quello che sembra un finale lieto, ma il secondo violino e la viola ricordano a tutti, con due improvvise note in forte, che si trattava solo di un’illusione o di un’allucinazione provocata dal veleno esalato da una delle trappole. La situazione è ancora critica e non potrà che peggiorare!

I nostri eroi riprendono la corsa sul familiare tema del rondò, mentre i noti elementi musicali acquistano nuove forme, opportunamente mescolati e finemente conditi da Brahms come nessun altro saprebbe fare! Finché non giunge la famigerata Coda

Ad un tratto tutto sembra rallentare sotto l’incantesimo di lunghe note legate e i due innamorati possono tirare un sospiro di sollievo. Il tempo galleggia in una sorta di nebbia traslucida, i guai cessano per un momento facendoci trattenere il fiato.

Ciononostante la nostra Lara Croft rammenta prontamente la travagliata condizione in cui si trovano e l’angoscia giunge ancora una volta, rappresentata in modo diverso da ogni strumento: acuti, quasi selvaggi ribattuti per il primo violino, un traballante tema sincopato per la sezione dei bassi, il tutto arricchito da grida su ampi intervalli per il secondo violino. Alla fine le quattro voci si riuniscono culminando in un forte unisono, gli esploratori si precipitano giusto in tempo fuori dal tempio, la cui entrata si chiude dietro di loro, sigillata dagli ultimi due accordi.


Che ci crediate o no, ogni volta che troviamo una storia, un’immagine, una sensazione che si addicano alla nostra musica, i suoni prendono vita e ci accompagnano in un’autentica performance, piena di emozioni intense.



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